Storia di Villa Castiglioni (XVIII-XIX sec.)

Breve storia di Villa Castiglioni Fisogni, sede del Museo Fisogni e location per eventi privati e aziendali.

Storia

Il nobile Giuseppe Castiglioni, originario di Lonate Ceppino, nel 1781 acquista la casa del rev. Giacomo Filippo Pusterla, appartenente alla storica famiglia tradatese; il figlio Francesco ed il nipote Luca tra il 1837 e il 1850 accresceranno la proprietà, realizzando tanto edifici colonici quanto un notevole ampliamento dell’antica villa.

Il 2 giugno 1841 da Luca e Teodolinda Castiglioni nasce Cesare che, solo diciannovenne, seguirà Garibaldi nella Spedizione dei Mille prima e nella III Guerra d’Indipendenza poi.

Al ritorno conosce Caterina Scalini, con la quale si sposa nel 1870; nello stesso anno viene eletto consigliere comunale a Tradate, impegno che mantiene fino al 1910.

Tramite i parenti della moglie, Cesare Castiglioni conosce Alessandro Lonati e con lui avvia un’attività nel settore tessile; per questo mette a disposizione parte della propria casa, dove già possiede una piccola filanda, che utilizza al momento della raccolta e della prima fase della lavorazione dei bachi da seta provenienti dai gelsi delle sue proprietà agricole.

Così nel 1880, sotto la direzione tecnica del Lonati, apre la ‘Bottega dei telai a mano completamente autonoma per la produzione delle seterie’ con 60 telai a mano e 70 operaie, tutte provenienti dal territorio tradatese. Il sodalizio con il Lonati ha una svolta nel 1885-87: dapprima Castiglioni fonda una nuova società con il collega Butti, poi si trasferisce in un nuovo opificio che ospiterà all’inizio 70 telai e 200 addetti. In questa fase non appoggia direttamente il suo ex direttore tecnico, tuttavia il terreno su cui sorge la tessitura nel 1889 è acquistato dalla ditta Taiana, Perti, Castiglioni & C, ovvero la banca dove Cesare ha un ruolo importante.

Cesare Castiglioni muore il 21 aprile 1918 a 77 anni; in sua memoria nel 1939 verrà collocata una lapide sulla facciata della casa: N.H. Cesare Castiglioni – Garibaldino dei Mille percorse col pensiero, coll’azione le fortune della Patria unita. In questa casa italianamente visse, operò.

Descrizione

L’ingresso alla parte residenziale di Villa Castiglioni avviene da via G. Bianchi n. 23, un tempo l’unica strada che collegava Tradate a Lonate Ceppino; l’androne d’ingresso è nobilitato da una cornice ad arco (con un vago richiamo al barocco), mentre nella chiave di volta si trova lo stemma marmoreo dei Castiglioni.

Dell’edificio, una volta disposto attorno ai quattro lati del cortile, sopravvive la parte originale, sebbene modificata, nei lati nord ed ovest.

L’aspetto attuale risale a metà ‘800, anche se il catasto lo segnala solo dal 1875, quando il lato sud viene demolito mentre quello orientale diventa di tre piani e a corpo doppio.

Le pareti dell’edificio sono suddivise in due parti da un marcapiano: il piano terreno ha un rivestimento che ricorda il bugnato rustico ed è di colore ocra, invece i piani superiori sono di colore grigio e con l’intonaco meno ruvido. Le aperture sono contornate da cornici mistilinee per la presenza di un arco ribassato, che è assente nel piano più alto, data la vicinanza del sottogronda.

Il cortile, aperto su un lato verso l’ampio parco all’inglese, è chiuso sul lato ovest dall’abitazione dei proprietari: in questa parte della villa si nota una diversità di stile, che ricorda il gusto eclettico dovuto anche alle diverse fasi costruttive non facilmente identificabili.

Infatti questo lato, per una gran parte, ha una balaustra al posto della gronda perché la copertura è piana; la porzione che volge a sud, pur avendo due piani, sembra più alta e in corrispondenza dell’angolo la gronda si prolunga verso l’alto, imitando la forma di un timpano con al centro un oculo che illumina il sottotetto.

Al piano terreno le porte finestre contribuiscono a collegare in modo più continuo l’interno con l’esterno, data la presenza del parco. Forse per bilanciare questa possibilità e cercare una certa riservatezza, pur potendo ammirare il parco, è stato costruito al piano terreno un bovindo composto da tre lati con tre bifore: lo stile è neogotico con richiami al Tudor, forse ispirato ad altre ville di Tradate.

Il secondo cortile, stando ai catasti, è risalente al 1840 e si compone di edifici rustici, con l’abitazione del fattore e la presenza di una torretta che potrebbe richiamare una colombaia, ma non sembra sia stata usata a questo scopo.

In questa porzione c’erano la filanda e la tessitura, inizialmente gestita dal Lonato, mentre oggi trova sede il Museo Fisogni, che raccoglie oggetti riguardanti le stazioni di servizio.

Gianpaolo Cisotto

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