Quando l’Austria produceva petrolio

Viaggio nelle regioni austriache che, a inizio ‘900, sembravano poter diventare una “Baku” europea

Pochi lo sanno, ma tra fine ‘800 e inizio ‘900 l’Austria vedeva il decollo dell’attività di estrazione petrolifera, nella regione che fu ribattezzata “Baku Polacca”.

Sì, perché i giacimenti di greggio nella regione di lingua polacca della Galizia, vicino a Boryslaw (all’epoca Austria-Ungheria, oggi in Ucraina) sembravano davvero ricchissimi.

I primi ritrovamenti di petrolio risalivano agli anni ’50 dell’800, e lasciavano ben sperare. Nel 1885 venne fondata la Galizisch-Karpathische Petroleum Aktien-Gesellschaft, la più importante società petrolifera austriaca, che aveva sede a Vienna; tra le più importanti attività dell’impero, aveva migliaia di lavoratori e dovette scontrarsi con l’acerrima concorrenza di investitori stranieri (perlopiù inglesi, belgi e tedeschi) desiderosi di guadagnare la loro fetta di profitti con le ricchezze galiziane.

La regione ospitava 31 raffinerie nel 1880, diventate 54 nel 1904. Nel 1909 l’attività di estrazione raggiunse il suo picco, con 2.076.000 tonnellate di greggio (quasi 15 milioni di barili), e la Galizia risultava detentrice del 4% della produzione mondiale di petrolio, occupando il 3° posto tra i paesi produttori.

In particolare, i giacimenti petroliferi di Boryslaw e della vicina Tustanowice rappresentavano oltre il 90% della produzione petrolifera nazionale austro-ungarica, al punto da risultare cruciali per gli approvvigionamenti durante la Prima Guerra Mondiale. Già sul finire del primo decennio del ‘900, tuttavia, la produzione iniziò a declinare, e la “Baku polacca” venne sempre più perdendo il suo ruolo sullo scenario mondiale. Nel 1914, allo scoppio della guerra, il greggio estratto era meno della metà rispetto al 1909.

La decadenza continuò anche dopo la guerra, quando il territorio passò alla Polonia, anche se una certa ripresa si verificò dalla metà degli anni ’20, in parte grazie a capitali francesi; l’attività proseguì anche sotto l’URSS, dopo la Seconda guerra mondiale, estendendosi anche all’estrazione di metano. Attualmente la produzione di petrolio e gas naturale prosegue, e Boryslaw è diventata un importante centro industriale dell’Ucraina.

Marco Mocchetti

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