Quando la Michelin vendeva bombole d’aria per scongiurare la fine del mondo

Non sempre vendere aria è un cattivo affari, anzi. Successe davvero, e con ottimi risultati, nel 1910, ad opera della Michelin, che già commerciava in gomme.

In quell’anno doveva transitare dalle nostre parti la Cometa di Halley, che com’è noto appare ogni 76 anni. Quella volta, però, si diffuse l’idea che la cometa sarebbe passata molto vicina alla terra, e che la sua coda, che ci avrebbe investiti, era satura di gas velenosi: ergo, la fine del mondo era prossima. Si diffuse così una psicosi che ricorda un po’ quella di pochi anni fa, quando il mondo sembrava condannato da una profezia dei Maja.

Detto e fatto: la Michelin mise in vendita delle pratiche bombolette di aria purissima dalle quali si poteva respirare in sicurezza al momento opportuno, e salvare così la pelle. La Michelin accompagnò il lancio del prodotto con una convincente campagna pubblicitaria della quale, per fortuna, si trova ancora qualche traccia come questa vignetta tratta dal Corriere della Sera.

Pare che di queste bombolette se ne siano vendute parecchie. Ma perché si diffuse la panzana della cometa velenosa?

La colpa fu di un certo Flammarion, un astronomo francese che godeva, all’epoca, di grande popolarità. In un suo articolo calcolò appunto che la cometa sarebbe transitata più vicino del solito, e sostenne anche che la coda dell’astro era satura di gas esiziali.

Flammarion, a dire il vero, ammise che l’ipotesi di un impatto fatale era molto remota, sul tipo del “potrebbe anche capitare”, e in un successivo articolo sminuì ulteriormente il rischio, invitando tutti a stare tranquilli. Ma ormai l’ondata di panico era partita, e non ci fu verso di fermarla.

Resta da aggiungere che il Flammarion era un bravo scienziato, ma era anche uno scrittore fantasioso, apprezzato autore di molti romanzi fantascientifici uno dei quali, se non ricordo male, era dedicato appunto alla fine del mondo. In ogni caso, la cometa se ne andò di a poco con grande sollievo di tutti tranne, naturalmente, che della Michelin.

Vittorio Lusvardi

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